per la nostra immaginazione
che per la realtà”
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La psicoterapia
cognitivo-comportamentale
La psicoterapia cognitiva nasce negli anni settanta in risposta alla necessità di trovare una modalità di trattamento più vicina all’esperienza realmente vissuta dai pazienti di quanto non fossero gli approcci in voga all’epoca. La caratteristica fondamentale di tale approccio consiste nel focalizzarsi su ciò che ogni singolo paziente pensa e prova concretamente.
Si tratta di una terapia breve, che varia solitamente da uno a tre anni, con frequenza settimanale. La modalità di lavoro implica un coinvolgimento attivo del paziente che sarà guidato dal terapeuta nella scoperta del proprio funzionamento mentale e nella modificazione di quegli aspetti che lo hanno portato a sviluppare un disagio psicologico.
All’approccio strettamente cognitivo si aggiungono una serie di tecniche comportamentali che aiutano il paziente ad applicare nella propria vita quotidiana quanto scoperto in sede di terapia. Per questo motivo parliamo di terapia cognitivo-comportamentale.
BASI TEORICHE
Tutti noi, fin dalla prima infanzia e in base alle nostre esperienze di vita, costruiamo una nostra personale teoria su chi siamo, come funzioniamo, come funzionano gli altri e il mondo esterno. Queste informazioni costituiscono uno schema mentale che utilizziamo costantemente per prevedere gli eventi ed interpretare la realtà. A volte può capitare che tali schemi si rivelino inefficaci, o perfino dannosi, in alcune situazioni di vita, e portino quindi ad un disagio psicologico. Lo scopo della psicoterapia cognitiva è quello di modificare lo schema mentale in modo da renderlo efficace e non più fonte di disagio.
EFFICACIA RICONOSCIUTA
Al giorno d’oggi, la psicoterapia cognitivo-comportamentale è ampiamente riconosciuta come il trattamento d’elezione di un gran numero di disturbi psicologici, tra i quali citiamo i disturbi d’ansia (ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo), i disturbi della condotta alimentare e i disturbi dell’umore.
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Dott.ssa Pietrasanta, esperta psicoterapeuta
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EMDR
EYE MOVEMENT DESENSITISATION AND REPROCESSING
L’EMDR è un approccio psicoterapeutico basato sull’elaborazione dei ricordi delle esperienze traumatiche alla base dei disturbi psicologici attuali dei pazienti. Il disagio psicologico è considerato la conseguenza di ricordi traumatici non elaborati e immagazzinati in memoria in modo non funzionale.
L’EMDR, attraverso una stimolazione bilaterale (attuata con movimenti oculari, tamburellamenti sulle mani o stimoli uditivi), favorisce il naturale processo di elaborazione dell’informazione, già fisiologicamente orientato in un’ottica di guarigione. Si può quindi considerare un metodo terapeutico su base fisiologica, che aiuta le persone a sentire il ricordo di esperienze traumatiche in modo nuovo e meno disturbante, ricollocandolo nel passato: la persona per la prima volta percepisce il ricordo doloroso come lontano, modifica le valutazioni cognitive di sé e ripensando all’evento prova emozioni adeguate, senza sensazioni fisiche disturbanti. L’EMDR aiuta quindi a cambiare il vissuto legato agli eventi disturbanti, riducendo notevolmente il disagio personale, relativo sia agli eventi passati che a quelli attuali.
L’EMDR è un approccio integrabile nei programmi terapeutici tradizionali per aumentarne l’efficacia e per affrontare eventuali blocchi della terapia lavorando direttamente sul ricordo di specifici traumi.
EFFICACIA RICONOSCIUTA
L’EMDR, insieme alla terapia cognitivo-comportamentale focalizzata sul trauma, è uno dei trattamenti di riconosciuta efficacia del Disturbo Post-Traumatico da Stress secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.